Uma "milícia" altamente suspeita de nazismo do lado das forças ucranianas contra a invasão russa.
Kiev affida nuove missioni e più potere al battaglione neonazista Azov: l’analisi di un quotidiano tedesco
Il quotidiano tedesco Junge Welt racconta gli ultimi inquietanti sviluppi delle forze ucraine. Sempre più poteri attribuiti al famigerato reggimento Azov di ispirazione neonazista. E sempre più sfacciati nel presentare i propri obiettivi nazionalistici, estremamente distanti da quei valori europei che dovrebbero teoricamente accomunare Kiev a Bruxelles. Non solo: per reclutare uomini, offrono condizioni migliori rispetto all’esercito regolare e utilizzano nelle loro pubblicità standard all’avanguardia dei film di Hollywood. Proponiamo una versione tradotta dell’articolo della giornalista tedesca Susann Witt-Stahl.
I militari ucraini stanno attivamente lavorando per raccogliere forze fresche, al fine formare nuove brigate di assalto. A completamento di una sezione della Polizia nazionale e della Guardia di frontiera dovranno esserci sei brigate della Guardia Nazionale dell’Ucraina, che fino all’inizio della cosiddetta operazione speciale russa contava su circa 60mila uomini e che risponde al Ministero degli Interni. Questi reparti d’attacco dovranno essere composti esclusivamente di volontari, la maggioranza dei quali è già “passata attraverso l’inferno” ed è “mossa dal patriottismo”. Lo ha dichiarato il 2 febbraio il ministro degli Interni Ihor Klymenko.
Ce ne sono tanti così nel Paese, ha affermato. È stato reso noto che in questo momento sono state ricevute 27mila richieste di adesione. Della nuova formazione d’assalto fa parte anche la famosa divisione di prim’ordine neonazista della Guardia Nazionale, che ha acquisito lo status di culto di “eroici difensori dell’Azovstal” sia in Ucraina che in tutto l’Occidente. Recentemente una delegazione dell’Azov ha celebrato a Parigi la visione in anteprima del film di propaganda Slava Ukraini del provocatorio saggista Bernard-Henri Lévy insieme ad esponenti di rilievo della politica francese, del business e della cultura, compreso l’ex presidente François Hollande.
Un’unità speciale neonazista comandata dal fondatore dell’Azov Andriy Biletsky, che era stata creata nel febbraio 2022 e subito inclusa nell’esercito regolare, è stata elevata al livello di brigata tre settimane fa.
Le promesse per chi si arruola in Azov
Comunque di recente lo stesso Azov è diventato un’organizzazione militarizzata di grosse dimensione nella cornice della Guardia Nazionale, come era stata inizialmente concepita nel 2014, e può agire in maniera autonoma. “È arrivato il momento di passare all’attacco”, questo il richiamo ai sostenitori per invitarli ad arruolarsi come volontari. “Fate la storia insieme a noi. Entrate nell’Azov!”.
Le gratificazioni proposte sono dei privilegi che i soldati dell’esercito regolare, spesso mandati al macello nel Donbass senza alcuna preparazione decente e senza equipaggiamento adeguato, possono soltanto sognarsi: un’intensa preparazione da artiglieri, carristi e operatori di droni nel corso di vari mesi condotta da ufficiali con esperienza sul campo, un’ottima paga, cure in ospedali statali, e infine l’ottenimento di un diploma universitario o una carriera presso il Ministero degli Interni.
Vi è poi lo slogan “Garantiamo lo svolgimento in prima linea di missioni di combattimento insieme a compagni di ideali”. Questa frase probabilmente è stata pensata per attrarre anzitutto i destrorsi militaristi assetati di sangue. Per costoro può essere allettante la destinazione delle missioni di combattimento, che Biletsky ha definito “la zona più difficile”, cioè Bahmut. La battaglia decisiva di questo conflitto deve ancora arrivare. C’è bisogno di un nuovo standard. Ecco perché i comandi militari ci affidano una nuova responsabilità. Così si vantava Biletsky il 26 gennaio, spiegando la forza crescente delle sue truppe e promettendo un “inverno caldo” per la Russia: Stiamo preparando ad essa delle sorprese. Azov sta svolgendo una campagna ben congegnata per le sue nuove reclute.
I video pubblicitari e la complicità dei social
I video pubblicitari sono realizzati secondo i più alti standard creativi e industriali dei film di guerra hollywoodiani. Grazie al montaggio dinamico fatto di inquadrature drammatiche, sottolineate da suoni arcaici come quelli delle trombe di guerra o quelli magniloquenti in stile wagneriano, così come i battiti del polso per aumentare l’adrenalina, ci si rivolge ai più bassi istinti di violenza. “Senza lotta non c’è gloria!”, declama uno degli slogana. Martedì scorso Azov ha già presentato le registrazioni dei primi di giorni di dispiegamento della sua brigata a Bahmut.
A gennaio la società americana Meta Platforms aveva escluso Azov dal suo elenco di organizzazioni pericolose. Centinaia di account del battaglione neonazista sono stati sbloccati. D’ora in avanti Azov come movimento, nel quale oltre alle unità militari vi sono milizie che terrorizzano gli oppositori e le minoranze nel Paese, e anche vi sono anche un partito, un’etichetta musicale e un marchio di vestiti, può agire in tutto il mondo senza alcuna limitazione.
Grazie alla sua macchina propagandistica che cresce continuamente, Azov diffonde non soltanto l’ideologia nazista guerrafondaia e superomistica e il mito degli eroi, ma anche una disinformazione sistematica: in primo luogo le menzogne sul fatto che Azov abbia rotto i legami col neonazismo, dette in grande quantità dai politici e dai mass media in Europa e in America.
Lo stesso leader del battaglione Biletsky ha smentito la bugia il 3 febbraio in occasione del 94esimo anniversario della Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini (OUN). Ha reso gli onori a Stepan Bandera, Roman Shukhevych e agli altri fiancheggiatori della Germania nazista, che furono in parte responsabili dell’Olocausto, e ha esortato i suoi seguaci ad agire con determinazione: L’OUN ha svolto la sua missione storica. Adesso è arrivato il nostro momento.
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